REPORT Assemblea Pubblica NonUnaDiMeno: Scuola e Formazione verso l’8M – 20 Febbraio

Questa assemblea è stata lanciata in vista dello sciopero dell’8 Marzo da Non Una Di Meno Bologna per costruire con insegnanti, lavoratori e lavoratrici del mondo della formazione il percorso verso lo sciopero. Già nell’assemblea nazionale a Bologna di Nonunadimeno dello scorso ottobre è stata condivisa la proposta di scrivere un vademecum a partire dalle difficoltà quotidiane di insegnanti e student* che si ritrovano ad avere a che fare tutti i giorni dentro le scuole con sessismo, razzismo e omofobia. Quello che è stato prodotto, più che un vademecum di “buone pratiche” è un opuscolo che contiene domande, interrogativi e spunti di riflessione da cui partire per un confronto con student* e collegh*. Siamo convint* che la scuola sia un terreno centrale nella lotta alla violenza di genere e del genere. Un luogo fondamentale dove i ruoli di genere possono essere costruiti ma anche decostruiti. Dove il binarismo di genere può essere riprodotto o messo a critica.
Proprio per questo negli ultimi anni assistiamo ad un attacco sempre più capillare da parte di gruppi “no gender” al mondo della scuola, in particolare nella primaria: questi gruppi sono gli stessi che in combutta con le destre e su scala transnazionale attaccano l’autodeterminazione delle donne e dei soggetti che non rappresentano il modello di maschilità dominante. In Italia si tratta di una rosa composita di sigle – dietro le quali si nasconde spesso una manciata di persone – e tiene dentro dal mondo cattolico reazionario ai gruppi neofascisti. Questi attacchi non sono da sottovalutare e mirano a creare il panico tra i genitori inneggiando ad una presunta “omosessualizzazione” dei bambini, ricevendo sempre più sponde istituzionali. Un obiettivo sul quale si stanno concentrando è quello del “consenso informato”: un cavallo di troia per interferire e bloccare qualsiasi progetto educativo che riguardi sessualità e più in generale la sfera “intima”. Secondo la logica del consenso informato qualsiasi intervento educativo o didattico che interferisca con la sfera “privata” ed in particolare con l’educazione di genere non potrebbe essere proposto in classe senza autorizzazione delle famiglie. Il MIUR già ha iniziato a recepire queste istanze: le Linee Guida “educazione al rispetto” (comma 16-legge 107) accolgono al loro interno posizioni cattofasciste e biologiste, parlano di complementarietà tra uomo e donna e non nominano invece le discriminazioni omolesbotransfobiche che hanno un pesante impatto all’interno dei contesti scolastici.
In questo senso l’intesa stato-regioni sull’autonomia differenziata per le regioni di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna contribuisce a creare un quadro ancora più inquietante.
 
L’8 Marzo scioperiamo e chiediamo il ritiro delle Linee Guida. Ci rivendichiamo il fatto che a scuola ogni giorno agiamo per decostruire i ruoli di genere imposti ed il binarismo di genere. Scioperiamo per dire che a scuola non si deva chiedere il permesso a nessuno per dire che il proprio sesso “biologico” non definisce il proprio destino. Incitiamo i genitori a prendere parola contro queste derive reazionarie e fasciste. Per questo l’8 Marzo saremo in piazza e il 30 Marzo saremo a Verona, a contestare la sfilata di fascisti, antiabortisti e reazionari per il World Congress of Family.
 
Crediamo che il contrasto alla violenza di genere e l’educazione alle differenze non si possano limitare a progetti esterni portati nelle scuole e delegati ad “espert*”, ma debbano costituire un approccio quotidiano di ogni insegnante. Per questo è importante promuovere e costruire momenti di formazione ed autoformazione tra insegnanti.
 
L’otto marzo sarà anche una giornata di lotta sindacale, nonostante i sindacati confederati sostengano che lo sciopero femminista dell’8 marzo non ha a che fare con la scuola. Ci hanno fatto credere che la scuola fosse il miglior posto di lavoro per una donna: ma quali sono le condizioni lavorative di donne e perone LGBTQ+ nella scuola? E quali i meccanismo di ricatto che subiscono le precarie? Scioperiamo contro il modello patriarcale che viene riprodotto all’interno delle scuole e contro le pressioni sessiste che le donne, esponenti sindacali e non, subiscono. L’otto marzo saranno in piazza anche le educatrici e gli educatori del comune di Bologna, che da anni hanno contratti precari con la promessa di una stabilizzazione che non è mai avvenuta
 
L’otto marzo scioperiamo e scendiamo in piazza, blocchiamo qualsiasi attività didattica, invitiamo student* a scioperare con noi. Nelle giornate precedenti portiamo in classe lezioni e discussioni contro sessismo, razzismo e omolesbotransfobia. Interroghiamoci su quanto i saperi che produciamo e riproduciamo siano neutri o veicolino spesso involontariamente discriminazioni di genere. Senza timore di essere attaccat*, perché l’educazione contro la violenza razzista e sessista è parte del nostro lavoro.
 
[ngg src=”galleries” ids=”2″ display=”basic_slideshow”]

APPELLO AL MONDO DELLA FORMAZIONE VERSO LO SCIOPERO FEMMINISTA GLOBALE DELL’8 MARZO

via nonunadimeno.wordpress.com

Condividiamo e rilanciamo l’appello al mondo della formazione che Non Una Di Meno ha lanciato a livello nazionale verso la giornata dell’8 Marzo.

Un nuovo 8 marzo è alle porte. Il terzo appuntamento dello sciopero femminista globale, per ribadire con forza che la violenza patriarcale si articola in molteplici forme, mai slegate dallo sfruttamento del lavoro e della riproduzione sociale. Uno sciopero non rituale, ma che vuole essere uno strumento efficace di sottrazione dal lavoro produttivo e riproduttivo.

Una sfida che parte dalle donne e dalle soggettività LGBTQIA+, ancora più necessaria in questa fase in cui va emergendo l’avanzata delle destre reazionarie a livello globale, e il ritorno di un nuovo oscurantismo religioso, mentre proprio in Italia prende forma un inedito laboratorio conservatore.

Sono bastati pochi mesi dall’avvio del governo giallo-verde per comprendere la portata della svolta autoritaria nel nostro paese. Le politiche contro le/i migranti e la “società solidale” e l’attacco all’autodeterminazione delle donne promosso dal Senatore Pillon, sono solo una parte degli esempi. A questi, si aggiungono le forti ingerenze del cattolicesimo reazionario nei luoghi chiave di contrasto alla violenza di genere come scuola, università, ricerca e tutto il mondo della formazione. Comparti del welfare già pesantemente vessati da ripetuti tagli dei precedenti governi, ma che oggi sono ulteriormente minati da un moralismo opprimente, come nel caso dei ministri Fontana e Bussetti e dalle loro relazioni con pezzi di fondamentalismo omofobo, movimenti pro-life, organizzazioni del Family Day, comitati no-gender.

Questo dilagante oscurantismo si fa strada nella scuola ma anche nei luoghi della ricerca; ha recentemente raggiunto anche i vertici dell’Istat, con la nomina alla presidenza dell’istituto dell’anti-abortista Blangiardo, noto per le sue ricerche demografiche pesantemente connotate dalla sua ideologia.

L’approvazione della recente intesa stato-regioni che istituisce l’«autonomia differenziata», fornendo più poteri alle regioni Veneto e Lombardia nel campo dell’istruzione, apre una fase inedita. È stata definita una “secessione delle regioni ricche”, con la quale si afferma un modello pericoloso di regionalizzazione del sistema scolastico tanto sul piano finanziario, quanto su quello dell’offerta formativa, della libertà d’insegnamento, e persino sugli aspetti contrattuali delle/dei docenti. Un sistema autoritario che pur facendo leva sulla retorica delle autonomie territoriali, cristallizza le forti diseguaglianze tra nord e sud. Dietro la parvenza di un governo che insiste sulla mitologia del sovranismo nazionale c’è solo l’intento di imporre una governance della scuola fortemente competitiva tra le regioni, dove non c’è spazio per nessuna redistribuzione tra le aree del paese.

Vogliamo che nel mondo della formazione e della ricerca i processi di produzione e trasmissione dei saperi siano determinati da chi quotidianamente vive quei contesti di studio e lavoro. Vogliamo l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole per riconoscere e contrastare le forme di violenza maschile e transomofobica.

Chiediamo il riconoscimento dei percorsi di formazione definiti da docenti, studentesse e ricercatrici valorizzando la pratica dell’autoformazione. Vogliamo studiare da testi che non rafforzino gli stereotipi di genere, e rifiutiamo l’impostazione patriarcale della didattica. Vogliamo che l’accesso ai percorsi formativi e alle professioni della conoscenza sia libero, in ingresso e in itinere, da barriere legate a genere, censo, origine. Vogliamo che le scuole non si riducano a presìdi di accudimento, dove il ruolo pedagogico di educatrici e insegnanti, nella gran parte dei casi precarie, sia ridotto esclusivamente a una dimensione di cura, così come non accettiamo che le donne vengano bloccate alla base della piramide di cristallo dell’università e dei luoghi di ricerca.

Con questo appello chiediamo al mondo dell’istruzione, della formazione e della ricerca di prendere parola contro questo governo e contro l’avanzare di ideologie reazionarie e razziste.

Scioperiamo l’8 marzo perché non vogliamo essere costrette a lavorare studiare e fare ricerca in istituzioni della formazione sempre più oppressivamente dominate dal moralismo autoritario.

Per costruire concretamente lo sciopero dell’8 marzo nelle Scuole, nelle Università e negli Enti Pubblici di Ricerca chiediamo:

  • ai sindacati di categoria, che finora non si sono ancora espressi, di aderire allo sciopero per il prossimo 8 marzo, sostenendo concretamente le delegate e le lavoratrici che intendono praticarlo, convocando assemblee sindacali nelle scuole, nelle università e nei centri di ricerca, favorendo l’incontro tra lavoratrici e i nodi territoriali di Non Una di Meno nel rispetto dell’autonomia del movimento femminista;
  • alle studentesse, docenti, personale non docente, ricercatrici a costruire attivamente le “Case dello sciopero”: assemblee, momenti di riflessione e di autorganizzazione con l’obiettivo di dare voce alla pluralità dei soggetti che animano i contesti del mondo della formazione per creare agitazione in vista dello sciopero dell’8 marzo;
  • alle/ai docenti delle scuole e delle università il blocco della didattica e la riconversione delle lezioni, per favorire momenti assembleari nelle scuole e negli atenei verso la giornata dell’8 marzo per favorire la costruzione dello sciopero negli atenei;
  • a chiunque lavori nel mondo della formazione, personale addetto, intellettuali e studenti a firmare il presente appello, sostenendo il percorso dello sciopero.

Al grido “Non Una di Meno!”, interrompiamo ogni attività lavorativa e di cura, formale o informale, gratuita o retribuita. Fermiamo la produzione e la riproduzione della società.

L’8 MARZO NOI SCIOPERIAMO!

Per aderire all’appello scrivere a scioperoformazione8m@gmail.com

Assemblea Pubblica NonUnaDiMeno: Scuola e Formazione verso l’8M

ASSEMBLEA PUBBLICA Non Una Di Meno Bologna:
S͟C͟U͟O͟L͟A͟ ͟E͟ ͟F͟O͟R͟M͟A͟Z͟I͟O͟N͟E͟ ͟V͟E͟R͟S͟O͟ ͟L͟O͟ ͟S͟C͟I͟O͟P͟E͟R͟O͟ ͟G͟L͟O͟B͟A͟L͟E͟ ͟D͟E͟L͟L͟’8͟ ͟M͟A͟R͟Z͟O͟!

In vista dello sciopero globale femminista dell’#8Marzo i luoghi di formazione sono sicuramente al centro del discorso. Da anni ci incontriamo nelle assemblee di Non Una Di Meno Bologna per smantellare la violenza sistemica di genere a partire dall’educazione.

La scuola infatti, dal nido fino all’università, è il luogo di ambientamento alla società e, purtroppo, è spesso qui che sessismo, razzismo, omofobia, transfobia, etc. vengono appresi. A scuola ci abituiamo a subire atteggiamenti giudicanti e sprezzanti da parte di compagni e compagne e a volte dagli stessi insegnanti; a scuola apprendiamo che reagire a tali atteggiamenti significa venire accusate di non stare al gioco/di voler sfidare l’autorità/di non avere senso dell’umorismo. A scuola capiamo che chiunque si senta in diritto di poter approvare o giudicare il nostro modo di vestire e di esprimere noi stess*. A scuola ci viene detto che la storia, la filosofia, le scienze, la letteratura sono state fatte perlopiù da uomini bianchi, spesso tralasciando qualunque altro contributo.
L͟a͟ ͟s͟c͟u͟o͟l͟a͟ ͟p͟e͟r͟ò͟ ͟è͟ ͟a͟n͟c͟h͟e͟ ͟l͟’i͟s͟t͟i͟t͟u͟z͟i͟o͟n͟e͟ ͟c͟h͟e͟ ͟c͟o͟n͟ ͟f͟e͟r͟m͟e͟z͟z͟a͟ ͟e͟ ͟f͟o͟r͟z͟a͟ ͟s͟i͟ ͟o͟p͟p͟o͟n͟e͟ ͟e͟ ͟p͟r͟o͟v͟a͟ ͟a͟ ͟c͟o͟s͟t͟r͟u͟i͟r͟e͟ ͟u͟n͟’a͟l͟t͟e͟r͟n͟a͟t͟i͟v͟a͟, e per questo si trova quotidianamente sotto attacco. Da ogni lato si accusano le/gli insegnanti di voler diffondere “teorie gender” e voler fare politica.

Ebbene noi lo rivendichiamo!

Vogliamo mirare ad una presa di coscienza e di parola delle/degli insegnanti delle/gli studentesse/studenti, vogliamo rivendicare quelle che chiamano “teorie gender” ma altro non sono che educazione alle differenze e alla libera espressione di sé. Vogliamo una postura femminista e decolonizzata dell’istruzione, vogliamo un nuovo attivismo nei luoghi di formazione!

Non Una Di Meno Bologna invita studentesse/studenti e insegnanti all’assemblea pubblica per discutere di violenza di genere e razzista nella scuola. Presenteremo i “vademecum” preparati dalle studentesse e dalle insegnati di Non Una Di Meno e costruiremo insieme lo sciopero femminista della scuola e della formazione!

_____________________________________________________
MERCOLEDì 20 FEBBRAIO H 17:30
presso la tensostruttura all’interno del Parco della Montagnola in via Irnerio 2/3
_____________________________________________________
#ScioperoFemminista #AgitazionePermanente #NonUnaDiMeno #8marzo #8M